La Chiesa non si è mai mostrata molto tollerante con gli animali e soprattutto i cani, tant’è che un vecchio detto recita: “fortunato come un cane in chiesa”, intendendo con esso una persona sfortunatissima. Il motivo di questo detto risiede nel fatto che per la Chiesa gli animali non hanno anima e quindi non possono entrare su di un terreno consacrato. La teologia ha sempre affermato che per questa mancanza di anima, il nostro peloso che muore si dissolve e quindi, ammesso che ci sia un al di là, non lo rincontreremmo.
Per tale ragione i cani in chiesa fin dalle prime chiese cristiane non potevano entrare e per evitare che lo facessero vi era una figura apposita: lo scaccino, che aveva proprio il compito di scacciare vagabondi e cani che si fossero rifugiati nella casa di Dio.
Per queste ragioni quello che ha fatto e detto Don Ruggero Marini, parroco della chiesa di Mater Amabilis, di La Loggia (Torino) domenica 9 novembre 2014, non ha precedenti: il sacerdote ha aperto la funzione affermando: «I vostri animali sono attesi dalla vita eterna. Anche dopo la morte li incontrerete ancora».
Durante la giornata del Ringraziamento di solito si benedicono i frutti della terra ma il parroco di La Loggia, andato oltre. Ha celebrato la Messa con tre pesciolini che nuotavano in piccoli barattoli posti sull’altare e sul sottofondo di miagolii e guaiti. Ad assistere alla funzione vi erano, oltre che i fedeli, anche gatti, cani, cavie, pappagalli e pesci, mentre 5 cavalli sono rimasti nel sacrato della Chiesa. I più disciplinati hanno pure avuto un posto nei primi banchi.
Durante la funzione il sacerdote non ha mancato di ripercorrere il percorso religioso – faunistico partendo dalla Sacra Bibbia fino ad affermare alle dichiarazioni in tema degli ultimi Papi, toccando anche la questione della pet-therapy.
Poi l’affermazione che tutti gli animalisti attendevano da tempo dalla Chiesa e che Don Ruggero ha finalmente detto: «Gli animali hanno il soffio vitale donato da Dio. E sono eterni perché Dio l’ha voluto», precisando che ciò si riferisce non al concetto di anima in senso stretto, ma a quello amoroso di memoria di Dio. Il sacerdote ha anche aggiunto di credere fermamente in quello che stava dicendo e che è pronto a risponderne di fronte a chiunque. Don Ruggero infatti sa che quanto ha affermato durante la funzione sono principi similari a quelli che portarono Giordano Bruno al rogo per eresia. Il filosofo commise il terribile reato di affermare, in estrema sintesi, che Dio è in ogni cosa.
Anche gli animali presenti alla funzione sono parsi affascinati dalla cerimonia, in quanto sono rimasti rigorosamente in silenzio durane il raccoglimento della preghiera. «E qualcuno crede ancora che non ci ascoltino», ha commentato ironico Don Ruggeri.
Al termine della funzione, Don Ruggero ha benedetto oltre 200 animali presenti nella chiesa affermando che sono tutte creature di nostro Signore. Inutile dire che le reazioni sono state molto positive, i bambini tenendo stretti i loro animali (criceti, gattini, cavie) sono andati in visibilio e anche gli adulti hanno accolto favorevolmente la predica. Molti fedeli sono felici di poter portare il loro amico a 4 zampe a messa con sé. E voi? Vorreste portarlo o no?