Parliamo del cane da pastore dell’Anatolia, scopriamo le caratteristiche fisiche e caratteriali del cane turco, ricostruiamo la sua storia e analizziamo lo standard di razza.
Origini e storia della razza canina
Come tutti i molossoidi, il pastore dell’Anatolia ha una storia che inizia in tempi talmente remoti da non poterli analizzare. Secondo molti esperti cinofili le sue origini sono comuni a quelle del Tibetan Mastiff, ma sembra molto più probabile, anche in virtù delle sue caratteristiche fisiche, che sia il frutto dell’incrocio di tutte e tre le razze principali turche di cani da pastore: il Kangal, l’Akbash e il Kars, in sostanza quindi sarebbe un cane volutamente creato a mestiere. In che tempi possiamo collocarlo è davvero difficile dirlo; ma è notevole la somiglianza con i cani raffigurati in alcuni bassorilievi che risalgono ad un’epoca precedente la venuta di Cristo.
Nel palazzo Assurbanipal, a Ninive, quella che oggi conosciamo come Iraq, sono presenti dipinti che raffigurano i cani da guerra degli Assiri; anche in questo caso la somiglianza è straordinaria. La notizia più documentata però è quella che lo vede al fianco dei Giannizzeri; corpo scelto di ottomani al servizio di Maometto il conquistatore, e siamo nel XIV secolo.
Da quando lo conosciamo noi, però, il pastore dell’Anatolia è sempre stato un guardiano e custode delle mandrie appartenenti ai contadini indigeni; e la vita in condizioni climatiche e territoriali quantomeno difficili ha reso la sua tempra pressoché indistruttibile. Fino al 1965 in occidente non c’erano tracce del pastore turco, fu in quell’anno che nel Regno Unito venne fondato il primo Club e ufficializzato dalla FCI il primo standard di razza.
Standard di razza
Il pastore dell’Anatolia è un cane di grossa taglia, molto sviluppata soprattutto in altezza. In un maschio adulto si possono misurare più di 80 cm al garrese, per un peso approssimativo di 64 kg. Il tronco molto ben sviluppato è possente, come il torace ben aperto, e non presenta tracce di grasso inutile. Le zampe sono lunghe e muscolose, ben dritte e molto stabili. L’ossatura delle zampe, come di tutto il corpo del resto, ha una buona struttura ed un’ottima resistenza. La coda ha un’attaccatura alta ed è lunga perlomeno fino al garretto, viene portata morbida e a sciabola quando il cane è sull’attenti.
Il collo è molto robusto e ben strutturato, ma mediamente corto, l’attaccatura al torace denota grande resistenza, è presente una leggera giogaia. La testa è grande e larga, soprattutto nei maschi, e il muso squadrato non presenta uno stop evidente. Il tartufo è notevole, bene aperto e nero, tranne negli esemplari rosso-bruni.
Gli occhi piuttosto piccoli sono ben distanziati fra loro e appena infossati, il colore è l’ambra e le sue tonalità; l’espressione fiera e seria lascia capire il grande senso di responsabilità del cane. Le orecchie non troppo grandi sono inserite ad una media altezza, sono di forma triangolare e con la punta arrotondata. Vengono portate aderenti al cranio, leggermente sollevate in posizione di allerta. Il mantello è formato da un fittissimo ed impalpabile sottopelo, ricoperto da un pelo più ruvido, corto e aderente al corpo. I colori del mantello sono tutti ammessi.
Cura del cane da pastore dell’Anatolia, alimentazione
La salute del pastore dell’Anatolia è ottima, in quanto per secoli si è sviluppato sfidando intemperie ed avversità, fortificandosi impressionantemente. Il pelo è facile da pulire, basta porre particolare attenzione nel periodo della muta. L’alimentazione del cane deve essere di ottima qualità ma senza troppe pretese, con dosi appropriate alla mole del cane.
Carattere del cane da pastore dell’Anatolia
Il pastore dell’Anatolia è principalmente autonomo e autosufficiente; abituato per secoli a caversela anche in assenza del padrone, non soffre la solitudine e non è in cerca di coccole. Ciò non significa che non sia legato alla sua famiglia, al contrario può diventare anche geloso e possessivo. Leale, affidabile, sempre concentrato sui suoi doveri, il cane della Turchia ha bisogno di spazi aperti e di autonomia; per questo non può essere chiuso in casa. Con gli estranei l’atteggiamento è diffidente ma mai pericoloso, a meno che non ne percepisca un valido motivo; c’è da dire che tale è l’autosufficienza di questa razza che spesso si risolve a prendere decisioni autonome.
Non è semplicissimo da addestrare, ci vuole polso, coerenza e costanza perché capisca bene chi è il soggetto alfa, ma una volta ottenuto questo è un cane molto rispettoso e fedele al suo padrone. Detto questo, ricordiamo che non è affatto servizievole, non ama prendere ordini neanche dal padrone, nonostante li esegua senza remore, e non si piega mai.
Allevamento e prezzo
Il cucciolo di pastore dell’Anatolia si mostra, fin da subito, autonomo e leggermente solitario, per questo motivo durante l’educazione è molto importante insistere sulla socializzazione. Il suo equilibrio mentale, davvero ammirevole, si sviluppa di pari passo con la sua crescita. In Italia c’è un solo allevamento segnalato dall’Enci, acquistare un cucciolo nel nostro Paese non è quindi semplicissimo, e neanche stabilire un prezzo approssimativo. Data la rarità della razza è fondamentale richiedere il pedigree che ne attesti la purezza, in concomitanza con i certificati medici di buona salute.