Encefalite nel coniglio, sintomi e cura dell’encefalitozoonosi

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L’encefalite nel coniglio nano prende il nome scientifico di Encephalitozoon cuniculi; un organismo eucariotico appartenente alla famiglia dei Microsporidi. Si tratta di un parassita, la cui infestazione provoca delle conseguenze devastanti. Generalmente, l’encefalitozoonosi colpisce i conigli; ma non solo, possono esserne colpiti anche topi e cavie, uccelli e criceti, cani e gatti, primati e persino l’uomo (in particolari condizioni di immunodeficienza). Scopriamo quali sono i sintomi dell’encefalite nel coniglio nano, come diagnosticare l’encefalitozoonosi e come curarla.

Trasmissione dell’Encefalite nel coniglio nano

Il parassita si riproduce all’interno delle cellule, che rompendosi, danno luogo a reazioni infiammatorie. Sebbene gli organi più colpiti siano il cervello e i reni; la malattia può colpire anche il fegato, il cuore, l’occhio e il feto durante il periodo di gestazione. In genere, il parassita si trasmette per via orale, attraverso l’ingestione di cibo contaminato da urine infette.

L’infezione si può trasmettere solo entro le sedici settimane dal contagio; dopodiché la produzione delle spore viene interrotta ed evacuate per via urinaria.

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Sintomi encefalite coniglio nano

Uno dei sintomi più diffusi; laddove l’area prevalentemente colpita sia il sistema nervoso centrale, sono le lesioni correlate all’equilibrio come l’inclinazione permanente della testa, la difficoltà a rimanere in piedi e, a volte, la tendenza del coniglio a rotolarsi da un lato. Tra i sintomi più gravi si segnalano anche convulsioni, scoordinazione motoria, paralisi parziale e sordità.

Tra i sintomi più lievi si registrano i movimenti anormali dell’occhio (“nistagmo”) e lievi dondolamenti in fase di riposo. Poliuria (maggiori quantità di urina) e polidipsia (maggiore sete) sono sintomi correlati alla presenza di infezioni renali. Si tratta, però, di sintomatologie comuni anche ad altre patologie come la pasteurellosi, la toxoplasmosi, lo sviluppo di tumori e otiti.

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Diagnosi encefalitozoonosi nel coniglio nano

A distanza di tre o quattro settimane dal contagio, nel sangue del coniglio saranno rinvenibili degli anticorpi naturali. La presenza di questi anticorpi non è tuttavia una conferma riconducibile al manifestarsi della malattia; alcuni studi ad esempio, ne hanno rilevato tracce anche in soggetti sani. Viceversa, la loro assenza vale ad escludere l’infezione.

In seguito, dalle quattro alle dodici settimane successive al contagio, le spore di questo parassita saranno presenti nelle urine. La presenza delle spore e/o del parassita nelle urine è un indizio certo; non altrettanto certa è la sua assenza, poiché la sua espulsione non avviene i maniera continuativa.

Purtroppo ad oggi, una diagnosi specifica e completa non è possibile. Per il momento sembrerebbe che solo esami di laboratorio (coltura, esame istologico) compiuti su tessuti celebrali o renali (durante l’autopsia) consentirebbero una diagnosi incontrovertibile. In ogni caso, sappiate che se tenete il vostro coniglio nano in appartamento e non ha contatti con altri soggetti che possano infettarlo; sarà davvero difficile che contragga la malattia.

Terapia e cura dell’encefalite nel coniglio nano

Le possibilità di miglioramento e di guarigione sono variabili; soprattutto in relazione alla tipologia di danni causati dal parassita. Rispetto alle lesioni renali, le patologie nervose sono sempre le più difficili da trattare e da risolvere. Talvolta sono stati registrati casi di regressione spontanea, ma sono davvero rari; in linea generale il medico veterinario prescriverà degli appositi farmaci.

Durante la prima fase, soprattutto quando il nostro coniglio non riesce a camminare e tende a rotolare al minimo tentativo di movimento; occorrerà imbottire la sua gabbia o la stanza dove vive, cercando di lasciarlo muovere liberamente. Le lesioni vestibolari possono essere infatti compensate, ma l’inattività prolungata ostacolerà il recupero funzionale.

Se il nostro coniglio nano riesce ad alimentarsi avrà buone probabilità di ripresa, viceversa, se mostra segni di anoressia; le probabilità di guarigione diminuiranno vertiginosamente. I sintomi posso regredire del tutto o in maniera parziale. Ad esempio, una leggera inclinazione della testa del coniglio potrebbe essere permanente. Infine, vogliamo ricordare che al minimo sospetto di infezione, è buona prassi somministrare anche agli altri conigli venuti in contatto con lui/lei dei farmaci attivi contro il parassita.