Piacenza- Ritrovati i cadaveri di un cane e tre gatti, erano mummificati.

guardie zoofile cani gatti mummificati

Questa volta si va oltre l’abbandono, oltre ogni forma di violenza. Questa volta ci sono degli animali lasciati a morire da soli, nel più totale disinteresse da parte di chi avrebbe dovuto prendersene cura.

Il ritrovamento in casa

Siamo a Piacenza. La casa, di proprietà di un uomo residente in città, viene ceduta in affitto ad un’altra famiglia. Quando ad un certo punto della storia, il proprietario dell’immobile non ha più nessun contatto con gli affittuari, l’uomo si rende conto che, se vuole riprendere possesso della sua casa, deve chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. In seguito ad una richiesta ben precisa, quindi, la Polizia e le Guardie zoofile di FareAmbiente entrano a forza nell’appartamento. La scena che hanno davanti è brutta, perfino per loro che di queste cose ne hanno viste parecchie.

Tre gatti e un cane hanno perso la vita in quella casa, probabilmente perché non c’era nessuno a nutrirli, a dare loro un po’ d’acqua o qualsiasi cosa potesse servire. I tre animali erano prigionieri della loro stessa casa, soli e abbandonati al loro destino. Quella che hanno trovato è stata una morte lenta e dolorosa, causata dalla fame, dalla sete e in generale dal totale abbandono.

Indagine aperta, si cerca il proprietario degli animali

Cumuli di disordine, cartoni che gli animali avevano tentato di rosicchiare sbriciolati a terra. Finestre barricate, nessun rumore e nessun odore usciva dall’appartamento. Un cane e tre gatti giacevano riversi sul pavimento, nascosti fra le cose che avevano distrutto, probabilmente negli ultimi momenti di disperazione. I corpi al momento del ritrovamento erano praticamente mummificati, a segnalare il tempo trascorso fra l’abbandono e il ritrovamento. Gli animali trovati in quella che per loro è stata l’ultima prigione, sono stati immediatamente portati all’istituto zoo profilattico; in seguito a un’ordinanza della Procura di Piacenza. I resti sono già stati in parte analizzati, e sul corpo del cane è stato rinvenuto il microchip.

In base a questo si è potuti risalire al proprietario degli animali, immediatamente iscritto nel registro degli indagati. Al momento l’uomo non è ancora stato rintracciato, ma dovrà rispondere dell’accusa di uccisione di animali. Il reato, nel nostro Paese, prevede la reclusione fino a due anni. Il referente delle guardie zoofile Loris Burgio ha rilasciato una breve intervista sul fatto, e fra le altre cose ha sottolineato il senso di dispiacere e delusione nello scoprire che, proprio chi dovrebbe amarlo e proteggerlo, molto spesso diventa il peggior nemico del proprio animale.