Quando la paura dei cani proviene da giornalisti approssimativi

Purtroppo al mondo c’è tanta ignoranza ma quando la si incontra sulla carta stampata è veramente nefanda perché è in grado di creare non solo paure ingiustificate, ma fobie generalizzate.

Al fine di invitarvi a ragionare con la vostra testa e farvi le dovute domande e allo stesso tempo non fermarvi alla prima versione delle notizie che trovate vi vogliamo raccontare questa storia relativa ad una “aggressione in acqua” di un cane nei confronti di una bambina.

Chi ha un cane già sa che il titolo suona strano, ma chi non lo ha non ci pensa. Nemmeno il giornalista ci ha pensato, in quanto sicuramente non sa nemmeno dove sta la coda di un cane, però non ha perso occasione di fare una bella opera di terrorismo.

Quello che molti si sono domandati relativamente al titolo “Cane aggredisce in mare madre e figlia” Le prime domande che i lettori si sono fatte e in base alle quali ci hanno chiesto di fare chiarezza sulla vicenda sono state: “Beh come mai non sono all’ospedale in terapia intensiva? Quello che si vede a prima vista dalle foto sono dei graffi che possono essere stati prodotti da un tentativo di gioco o dal fatto che la bambina si è trovata sulla traiettoria del cane che nuotava. I cani nuotano con le zampe muovendole in avanti. Tant’è che si dice nuotare a cagnetto. Non nuotano a rana!”.

Per accontentare i nostri lettori, vi presentiamo sia la versione della storia pubblicata dal Resto del Carlino (informazione terroristica) sia la versione di un testimone oculare, senza aggiungere nessun commento. Questo lo lasciamo a voi.

testimone resto del carlino