Il maltrattamento animali fa capo all’art 544 cpp (del codice penale), rubricato appunto maltrattamento di animali. I video in questione che circolano su Internet sono davvero tantissimi e danno un’idea di quanti siano gli animali maltrattati, fortunatamente queste barbarità possono avere conseguenze importanti a livello legale: basta dare un’occhiata al codice penale.
L’articolo in questione recita: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro». Le espressioni come “lesione” e “sevizie“, in tema di maltrattamento animali, conducono a ritenere che il maltrattamento sussista solo se il comportamento umano provoca una lesione fisica all’animale. Resterebbero in questo caso impunibili le percosse cui non conseguono danni fisici, né le condizioni di paura e di patimento.
Animali maltrattati | cosa dice la legge
Esiste tuttavia un problema di coordinamento tra le norme relative il maltrattamento di animali: l’art 544 cpp ter c.1. e l’art 727 cp c.2 possono dar luogo a difficoltà di distinzione tra il «sottoporre a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche e detenerli in condizioni incompatibili con la loro natura». Si ritiene che si debba procedere per violazione dell’art 727 cp, co 2, c.p. nelle circostanze in cui l’animale subisce un maltrattamento a causa del comportamento dell’uomo, ossia quando questo cagiona di per sé sofferenze ma non ancora di danni alla salute. In questo secondo caso, entra il gioco l’art. 544 cpp ter. c.1 c.p. nelle circostanze in cui gli atti di costrizione usati dall’uomo contro l’animale gli procurino danni alla salute.
I maltrattamenti possono creare ai cani anche problemi comportamentali, in particolare la cosiddetta sindrome da ipersensibilità e iperattività (HS-HA) la quale si compone, come dice il nome stesso, di due patologie che spesso si presentano contemporaneamente.
La prima, ipersensibilità, provoca nel cane uno stato di perenne allerta, che lo porta a reagire in modo esagerato anche a stimoli di bassa intensità. Ciò lo conduce ad abbaiare per nulla, agitandosi al contempo in modo impulsivo. L’animale non riesce ad interpretare correttamente gli stimoli esterni e a memorizzarli a causa dell’agitazione. In queste circostanze l’apprendimento è quasi impossibile, il cane non è più in grado di elaborare strategie adattative.
L’iperattività invece si manifesta con una sequenza di comportamenti alterati: dorme pochissimo, non interagisce con il padrone, si muove continuamente e non risponde ai richiami.