Cacciatori sparano uccidendo un cane davanti a delle bambine

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Secondo alcuni la caccia è uno sport, secondo altri una passione, per altri ancora una barbarie soprattutto quando si spara con un cannone contro un uccelletto, ad esempio una quaglia.

Quello che è poi peggio è che vengono concesse spesso licenze ad un costo annuale che può superare i 700 euro, per non parlare dell’attrezzatura, a gente che nemmeno sa portare il fucile (molti sono i casi di cacciatori che si sono sparati da soli, per non parlare quando colpiscono, per ignoranza ed incompetenza, passanti, animali domestici ecc. ).
Oggi come oggi la caccia è vissuta da chi abita nelle zone dove viene praticata come un incubo, in quanto sono pochissimi ormai i cacciatori che conoscono le regole, come per esempio la distanza che devono tenere dai centri abitati per sparare o la lista delle specie protette.

Oggi si è di fronte ad un battaglione di cacciatori (anche giovani e donne) il cui scopo probabilmente è solo quello di avere un fucile in mano per autogratificarsi e sentirsi qualcuno.

Lo dimostra il caso di due cacciatori o presunti tali (anche se il prodotto non cambia) che, nelle campagne a nord di Barletta hanno puntato i loro fucili contro un cane, uccidendolo. Come considerare questo gesto? Uno sport? Una passione?

Fatto sta che questi due individui che si vantano di essere cacciatori non si sono fatti scrupolo di sparare ad un meticcio di piccola taglia appena fuori dal recinto di una casa di campagna (Strada Vicinale Maranco) dove si trovava una famiglia con due bambine che hanno assistito al crudele spettacolo.

Il padre delle bimbe ha provato a inseguire i due cacciatori ma senza successo e ha dato l’allarme alle forze dell’ordine.

Al momento la polizia non è riuscita ad identificare i due soggetti, ma una cosa è certa, nei vigneti a nord di Barletta il problema dei cacciatori che sparano a vanvera è stata più volte denunciata dai residenti al punto che le istituzioni sono state costrette a intensificare i controlli. Anche se a nostro avviso sarebbe sufficiente esaminare tutte le licenze rilasciate e obbligare i cacciatori ad un esame teorico – pratico serio. Chissà perché non seguono questa strada che sembra la più logica. A voi la risposta.

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