Cani addestrati per combattere. In Calabria arrestate sette persone

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Giunge al termine un’indagine che va avanti dal 2015. Un’indagine che coinvolge storie di droga e spaccio. Di sfruttamento e maltrattamento di animali. E di combattimenti clandestini fra cani. Finalmente si è giunti ad un punto, e speriamo che adesso qualcuno la paghi cara.

Il sequestro dei cani

Nella piana di Gioia Tauro si svolgevano attività criminali, e a mettere fine a questa storia è stata la Polizia di Stato. I cani venivano addestrati a combattere, per un’attività chiaramente clandestina. Non solo, venivano somministrati ai poveri animali anabolizzanti per potenziare la massa muscolare e sostanze che, colpendo il sistema nervoso, rendevano i cani più aggressivi e predisposti alla rissa. Adesso i cani sono stati portati in salvo, sequestrati dalla polizia con l’aiuto di veterinari locali, e chiaramente ci sarà bisogno di reinserirli in un contesto sociale, arginando i danni fatti da chi li addestrava a combattere.

Non sempre è possibile rieducare i cani alla socializzazione e alla non aggressività. Ci sarà sicuramente bisogno di specialisti e medici per tentare di recuperare quelli che un tempo erano cani da caccia. Purtroppo i Terrier rientrano fra quelle razze che tempo fa venivano utilizzate per i combattimenti, cruenti spettacoli che giungevano al termine con la morte di uno o tutti e due i cani coinvolti, con l’unico scopo di divertire gente morbosa e gonfiare le tasche degli allibratori.

L’indagine della Polizia

L’indagine, partita tre anni fa, è stata condotta dal Commissariato di Taurianova e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria; e nella giornata di ieri, anche grazie all’intervento della Procura della Repubblica di Palmi, ha portato a sette arresti. Sono sette anche i cani, pare che siano Terrier appunto, che sono stati sequestrati e portati in salvo, liberati da un ambiente che al momento è totalmente posto sotto sequestro. Sequestrate anche sostanze stupefacenti, anabolizzanti e medicinali utilizzati per “incattivire” i cani e spingerli a combattimenti che molto spesso, lo sappiamo, si rivelano mortali.

I responsabili andranno a processo, non solo per le attività clandestine che prevedevano questi combattimenti illegali e malvagi fra cani, ma anche con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Perfino dal Premier Salvini è giunto un commento in proposito, precisamente un Tweet in cui definisce “bestie” questi criminali, e non i cani. Ricordiamo che in Italia il combattimento tra cani è illegale, e punito con multe che arrivano a 160.000 euro; con un massimo di tre anni di reclusione. Al momento delle sette persone arrestate due sono già in carcere e gli altri cinque, in attesa di processo, agli arresti domiciliari.