I cani e i trasporti pubblici, la storia di Sally

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Non abbandonateli!, strombazzano gli spot pubblicitari estivi in onda sulla Tv di Stato e altrove, gli slogan, i cartelloni e i social network. Portare fido con voi, oggi è possibile! L’Italia si è evoluta! E’ diventato un paese europeo al pari di Berlino dove gli animali hanno accesso ovunque e nessuno contesta se pesano 80 grammi in più.

In realtà sono tutte stupidaggini per far vedere al mondo verità fasulle. Oggi ci occupiamo della dell’ipocrisia dei trasporti pubblici, dove in teoria si potrebbe salire con il proprio cane al seguito, in pratica “forse”, “se siete fortunati” se “non trovate l’allergico a qualunque cosa”, se non trovate l’anticane di turno, o quello che apre la bocca e gli dà fiato in quanto ha preso una specializzazione universitaria intitolata “Ho studiato per essere disinformato!” In molte parti d’Italia infatti i cani possono salire sui mezzi pubblici a discrezione però dei passeggeri e dell’autista. Dovete quindi avere fortuna.

Perché altrimenti potreste rischiare di essere invitati a scendere dall’autobus anche se avete pagato il biglietto per voi e per il vostro amico a quattro zampe.

Se poi sull’autobus rimane il borseggiatore o quello che non ha pagato il biglietto, non ve la prendete siamo in un paese di buonisti, basta che non abbaino o lascino peli in giro.

Gli amanti degli animali sono abituati alle discriminazioni e alle maleducazioni di quelli che hanno preso la laurea in “diritto civico di odiare e avere paura dei cani”, mentre gli altri, quelli che pensano che i cinofili siano una classe o forse un’etnia (Oddio in realtà le etnie hanno più tutele) si bevono tutte le scemenze che dicono in TV, sui cani sia nel bene, che nel male.

Uno dei tanti esempi di queste false verità è il recentissimo caso triestino di una anziana che è salita con il suo cane su un autobus, ed è stata sfortunata.

Il suo cagnolino, sebbene piccolo, non è da borsellino, né da sacchettino, o marsupietto ed ha avuto la sfortuna di incontrare un autista anticane e ligio al dovere al punto che per far scendere l’anziana 79enne dal bus ha chiamato i Carabinieri!. E mentre i delinquenti circolano liberi per le nostre città, i carabinieri accorrono per salvare un povero autobus e il suo autista dall’assalto di Sally!!!!!!! il cagnolino che non stava nel borsellino!

Veniamo quindi ai fatti: il 13 maggio 2015 verso le 12.15 a Trieste una anziana signora decide di prendere l’autobus con il suo cagnolino, piccolo, ma non abbastanza da stare nel borsellino, come prevede il regolamento di Trieste Trasporti, ma comunque dotato di museruola e guinzaglio corto.

L’autista visto il cane a bordo, ha fermato subito il mezzo! Eppure esisterebbe la legge regionale 5/2015 sugli animali d’affezione che garantisce loro, l’accesso a spiagge, giardini pubblici e autobus. Legge entrata in vigore il 2 aprile 2015.

Per i primi due luoghi (spiagge e giardini pubblici) il comune sembra essersi attrezzato ma non per i mezzi pubblici, in quanto Trieste Trasporti e gli altri gestori del trasporto pubblico hanno fatto ostruzionismo. Il regolamento di vettura prevede che possono salire sull’autobus solo gli animali di piccola taglia “con museruola, guinzaglio corto (max 1,5 metri) e all’interno di borse o portantine leggere”, in altre parole come piccoli bagagli.

Quello che non è chiaro è se tutti questi accessori devono essere usati sul cane contemporaneamente, perché vista la vicenda e il regolamento sembrerebbe che il cane deve stare chiuso nel trasportino di stoffa con la museruola e con attorcigliato un guinzaglio di un metro e mezzo, visto che un metro e mezzo di guinzaglio per un cane di piccola taglia è veramente lungo.

Eppure l’anziana aveva con sé la legge regionale, entrata in vigore il 2 aprile 2015, ma a quanto pare non è stata riconosciuta come norma legittima né dall’autista, né dal controllore e né tantomeno dai carabinieri. In altre parole autista, controllore e carabinieri si sono proclamati giudici del Tar, sentenziando l’illeggibilità dell’articolo della legge regionale.

Hanno però riconosciuto valida la legge per quale se la signora non scendeva dall’ autobus con il suo “terribile” cane sarebbe stata denunciata per l’abominevole reato di “interruzione del servizio”.

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