Questa volta è la splendida costiera amalfitana a fare da scenario all’ennesima decimazione di animali. A tramonti, provincia di Salerno, sono già tre i randagi morti per avvelenamento.
Il primo triste ritrovamento
Siamo a Tramonti, comune in provincia di Salerno. Dopo la strage di Battipaglia torniamo ancora a parlare di avvelenamento di animali. Questa volta a rimetterci la vita sono stati tre cani randagi, morti fra atroci sofferenze. Nella serata di ieri alcuni abitanti della zona hanno rinvenuto due randagi noti in tutto il quartiere. I poveri animali erano in evidente stato di sofferenza, e cercavano di contrastare gli effetti che il veleno ha sull’organismo.
Si tratta probabilmente di pesticidi, del genere che gli agricoltori utilizzano per tenere lontane le lumache, presumibilmente nascosto in succulenti bocconcini. I due cani stono stati portati di urgenza nell’ambulatorio veterinario di Minori; a nulla sono servite le cure tempestive e tutti gli sforzi del personale sanitario, alle due di notte sono entrambi deceduti, sconfitti dal veleno. Se già questo era bastato a sconvolgere la comunità, pochissimo tempo dopo è arrivato il colpo finale.
A distanza di poche ore
Poche ore dopo il decesso dei due randagi, sempre nella stessa zona, è stato rinvenuto un altro cane. Ancora vivo ma agonizzante, immerso nel suo stesso sangue rigettato, è stato anche lui soccorso immediatamente. Stessa sorte degli altri due, il randagio non ha mai avuto speranze di sopravvivere allo stesso tipo di avvelenamento e non è arrivato vivo neanche all’ambulatorio. Tutti e tre i cani sono stati seppelliti nella zona di Tramonti, e l’appello che arriva dai cittadini è commovente e drammatico. Sono stanchi di tanta crudeltà nei confronti di poveri animali indifesi, colpevoli probabilmente di essere fastidiosi per qualcuno. Chi ha soccorso i primi due cani ha già raccontato agli inquirenti di avere qualche sospetto.
Hanno riferito di persone che più e più volte si erano pesantemente lamentate della presenza di questi animali, e che sembravano intenzionate a risolvere il problema. Ad oggi è troppo presto per avere notizie delle indagini che sicuramente saranno state già aperte; ma speriamo nei prossimi giorni di poter avere come minimo la consolazione che l’autore o gli autori di tanta cattiveria vengano duramente puniti. Questo ci riporta alla domanda che ormai da tempo ci risuona in testa: pene più severe non riuscirebbero a fermare o quantomeno arginare questo flusso di violenza? Non sarebbe ora di dare risonanza a questi eventi e aggiustare il tiro di quelle che sono o dovrebbero essere le leggi a tutela degli animali? Noi aspettiamo sempre che qualcuno dall’alto della sua poltrona intervenga, e nel nostro piccolo, continuiamo a tenere i riflettori accesi su questi fatti di cronaca.