Divieto di macello per cani e gatti, Nuova proposta di legge M5S

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Si fa un gran parlare dei Paesi come la Corea, che alleva cani e gatti a scopi alimentari. Inorridiamo solo al pensiero che i nostri teneri amici a quattro zampe possano essere macellati e cucinati, perché non rientra nella nostra cultura. Eppure, viviamo in un paese dove, di fatto, non è illegale macellarli.

Manca chiarezza nella legge già esistente

Viene dal Movimento 5 Stelle la nuova proposta di legge, che vuole definire un qualcosa che tutti sanno, ma che, di fatto, non è legge. Regolamentare il divieto di macello per cani e gatti sarebbe una delle priorità, al momento, del partito penta stellato; perché al momento, se è vero che esiste una legge che vieta il maltrattamento di animali, non ne esiste una che proibisce esplicitamente il macello degli animali domestici. Arrivano già le prime lamentele degli animalisti più convinti, che vorrebbero espandere la proposta anche ad altre razze animali, ma per il momento il deputato Misiti è concentrato sulla necessità di colmare un gap legislativo.

Nel 1928 un decreto legislativo, tuttora in vigore, sanciva il consenso alla macellazione solo ed esclusivamente nei macelli pubblici e riconosciuti; e la legge riguardava, e riguarda anche oggi, solo ovini, bovini, suini, equini, caprini e bufalini. Non si fa cenno neanche ad animali quali pollo e coniglio, appare evidente quindi che, per legge, ne dovrebbe essere proibito il macello. Eppure non è così. Polli e conigli vengono regolarmente macellati e venduti, ne deduciamo quindi che, pur non essendo menzionati, sono compresi nella lista di animali adatti alla tavola. E se all’improvviso la stessa cosa accadesse per cani e gatti?

La legge contro il maltrattamento non basta

E’ questo il dubbio che tormenta il deputato Misiti e tutto il Movimento, la necessità di mettere nero su bianco una legge a tutela dei nostri animali da compagnia. In pratica, analizzando bene la legge al momento in vigore, possiamo capire senza ombra di dubbio quali tipi di carni ci è consentito mangiare, ma non c’è modo, se non la deduzione e il buon senso, per sapere quali invece ci siano vietate. Se è vero che la cultura italiana non prevede che cani e gatti vengano portati in tavola, è vero anche che, finché non viene regolamentata una legge scritta e approvata, non è reato portarceli. Esiste già la legge che vieta il maltrattamento degli animali, ma questo ai Cinque Stelle non basta, vogliono chiarezza.

E da qui nasce la nuova proposta di legge; in attesa di essere discussa dalla Commissione di giustizia della Camera, la legge prevede pene severe. Si parla di reclusione per un tempo compreso fra i quattro e i ventiquattro mesi, e di un’ammenda che può variare dai 5.000 ai 50.000 euro per ogni capo macellato. E a noi non sembra tanto sbagliata questa idea, ci fa sentire più sicuri. D’altra parte è innegabile la tendenza italiana ad assumere tradizioni appartenenti ad altre culture, e non vorremmo mai ritrovarci per sbaglio in un ristorante coreano, ad esempio, a mangiare gatto in salmì.