Il 21 giugno è una data tristissima per tutti gli animali domestici. Inizia il festival della carne di cane, lo Yulin Festival.
Yulin è una regione della Cina situata a sud – est e abitata da circa sette milioni di cinesi. Qui il cane non è un animale da compagnia ma di uso alimentare.
Ogni anno durante il festival che si svolge dal 21 al 23 giugno vengono uccisi 10 mila cani nei modi peggiori: bolliti vivi, scuoiati vivi. Se sono fortunati vengono uccisi a bastonate o sgozzati. La pelle poi viene utilizzata come guarnizione per giacche, piumini ecc. gli stessi che troviamo sulle bancarelle in Occidente.
Molti sostengono poi che questa sia l’unica regione della Cina che festeggia (si fa per dire) la carne di cane, ma in realtà non è così: in Cina vengono uccisi ogni anno, per scopi alimentari, circa 10 milioni di cani.
I cinesi quindi non considerano il cane come migliore amico dell’uomo, né lo utilizzano per i salvataggi sotto valanghe, macerie, tanto meno da compagnia. Lo considerano come noi consideriamo i polli.
Non tutti i cinesi sono così però. Una gran parte di loro combatte affinché questa tradizione venga archiviata definitivamente nei libri di storia, ma fin quando le generazioni anziane saranno ancora vive sarà dura.
I vecchi cinesi adorano il sapore della carne del cane scuoiato vivo: è più saporita dicono. Pensare però che il consumo di carne canina sia in Cina limitata ad una sola regione è una voce messa in giro per contenere la brutta figura che il paese fa di fronte a quel resto del mondo dove il cane viene considerato il migliore amico dell’uomo.
E’ sufficiente pensare che la carne di cane, in Cina e non solo, anche in Vietnam e in Corea, è considerata talmente pregiata da spingere i soliti delinquenti a cercare di rifornirsi ovunque. Quindi non si fanno scrupolo di rubare cani padronali, creare allevamenti clandestini e macellerie segrete dove per gli animali la morte diventa una vera e propria salvezza. L’uomo è crudele ma il cinese di più, come testimoniano le crudeltà emerse durante la prima guerra cino – giapponese svoltasi tra il 1894 e il 1895.
A nulla, al momento, sono servite le petizioni internazionali per fermare la mattanza. Per la Cina è una macchia importante sulla sua immagine che sta spingendo molti animalisti o semplici padroni di cani a boicottare i loro prodotti e i loro ristoranti.
A favore dei cinesi si schirerano gli anti- cane ossia quelli che non hanno mai avuto un 4 zampe e non li tollerano, e che come vedono una petizione per il festival del cane, tirano fuori tutti gli altri animali che finiscono nel piatto della super razza umana, comprese le zanzare. Anche loro hanno diritto alla vita e ci ridono e scherzano sopra, senza rendersi conto che per molti il cane è un membro della famiglia a tutti gli effetti e frasi del genere disturbano quanto quelle simili rivolte nei confronti dei bambini.
Ma non sindachiamo sulla superficialità di queste persone che dimostrano di non ragionare e capire che: è vero che tutti gli animali avrebbero diritto ad non essere mangiati, ma che il cane è quello che da sempre viene considerato il migliore amico dell’uomo in quanto è in grado anche di salvargli la vita, anche senza addestramento.
Ma su queste persone stendiamo un velo pietoso, augurandole per carità cristiana di non ritrovarsi mai sotto le macerie o una valanga, in quanto al momento non ci risultano corsi di salvataggio da parte di polli, mucche e pecore. Ciò non significa che esistono animali di serie A o B ma la fedeltà del cane nei confronti dell’uomo dovrebbe essere premiata e non mangiata.