Foggia – Agricoltore spara a un cane, aveva ucciso il suo bestiame

pastore maremmano uccide gregge

Si torna indietro di secoli, fino alla legge del Taglione. Occhio per occhio dente per dente, tu hai ucciso una pecora a me, e io uccido te. E’ la sorte toccata a un povero maremmano nella campagne foggiane.

Vendicarsi di un cane si può?

Borgo Arpinova località in provincia di Foggia. Un pastore maremmano ha perso la vita, vittima di una stupida vendetta ad armi impari. Non ci piace raccontare questa storia, perché si tratta di una uomo che si vendica di un cane, presumibilmente responsabile di aver ucciso del bestiame. Ma andiamo con ordine. Un pastore, un uomo di nazionalità rumena, portava al pascolo le pecore del suo datore di lavoro, un imprenditore agricolo italiano. Come spesso accade, il gregge era accompagnato da una coppia di cani maremmani.

A metà strada, il pastore con le pecore al seguito fa un pessimo incontro; si tratta di un agricoltore possidente del terreno confinante al pascolo. L’uomo arriva in sella al suo trattore, sembra puntarli da lontano, e quando arriva a distanza di tiro, imbraccia il fucile ed esplode un colpo. Il bersaglio è uno dei due maremmani, che cade seduta stante. Durante l’atto, questo racconterà più tardi il pastore, l’agricoltore lascia cadere insulti terrificanti ai danni del cane, che sembra colpevole di aver ucciso alcuni suoi capi di bestiame. Subito dopo l’esplosione, l’agricoltore torna a concentrarsi sulla guida, e si allontana velocemente a bordo del trattore.

Una giustizia sommaria..

Decisamente sotto shock, il pastore perde secondi preziosi tentando di telefonare al suo datore di lavoro, ma non c’è segnale ed è costretto ad allontanarsi dall’animale ferito. Fa velocemente ritorno alla tenuta dell’imprenditore, e finalmente riesce a contattarlo per raccontare l’accaduto. Il proprietario del gregge e dei cani accorre, insieme tornano verso il pastore maremmano ferito e, mentre cercano di soccorrerlo come meglio possono, chiamano la Polizia. Non c’è niente da fare per il cane, che muore vittima di una ferita fatale. All’arrivo della Polizia di Foggia, i due uomini raccontano l’accaduto, e indicano il responsabile agli agenti. A quel punto, dopo aver constatato il decesso dell’animale, gli agenti perlustrano la zona e ritrovano il bossolo esploso contro il cane.

Viene archiviato, servirà in seguito. Seguendo le indicazioni del pastore, la polizia bussa alla porta dell’agricoltore; in prima battuta l’uomo nega tutto, perfino di avere un fucile. In seguito a una veloce perquisizione, però, l’arma viene ritrovata nascosta in un bagno esterno, insieme alle cartucce compatibili con il bossolo ritrovato. A quel punto l’agricoltore ancora non confessa il crimine, ma ammette pesanti divergenze con l’imprenditore agricolo, a causa di uno sconfinamento da parte di pascoli abusivi. Un controllo amministrativo conferma che l’arma ritrovata è intestata all’agricoltore, di cui non viene reso noto il nome. Il corpo del cane viene consegnato alle autorità competenti e scatta una denuncia verso l’agricoltore, l’accusa è di uccisione di animale.

Per il momento arma e munizioni sono sotto sequestro, e se a processo, come probabilmente accadrà, l’uomo dovesse risultare colpevole, gli verrà revocato il porto d’armi e qualunque autorizzazione a possederne una. La pena per l’uccisione di un animale viene punita con il carcere, luogo in cui l’uomo potrebbe restare fino a due anni. Noi ci auguriamo che sia proprio così, e questo non restituirà comunque la vita al cane; ma almeno potrebbe essere un buon deterrente per il prossimo cow boy che decide di farsi giustizia da solo…