Forward – Gatti e detenuti insieme per vivere meglio

gatti e detenuti

C’è sempre bisogno di amore in questo mondo, e bisogna cercare il modo per concederlo anche a chi non ne ha e non trova il modo di procurarselo. Ancora una volta i nostri amici pelosetti diventano protagonisti di una storia commovente, uno scambio d’amore fra esseri viventi in difficoltà.

Gatto e uomo possono aiutarsi a vicenda

Nello stato dell’Indiana sono già quattro anni che ha preso il via un progetto innovativo, che vede coinvolti gatti e detenuti. Secondo gli studi che da sempre monitorano il rapporto fra esseri umani e animali domestici, appare sempre più evidente l’importanza di affiancare un animale alle persone in difficoltà. E se è vero che un cane o un gatto riescono a combattere l’ansia, lo stress, la depressione e tutta una serie di sintomatologie che affliggono il genere umano, è vero anche il contrario.

In questo caso si parla di un programma chiamato Forward, e che vede affiancare i gatti randagi ai detenuti. Il programma è stato avviato e seguito dalla Animal Protection League, che sembra essere estremamente soddisfatta dai risultati che sta avendo.

I risultati lasciano ben sperare

I gatti di cui parliamo sono animali ospitati da un rifugio a tutela degli animali, e spesso risultano avere alle spalle storie molto difficili. Sono gatti diffidenti, che per troppo tempo sono stati maltrattati, o abbandonati. Animali, quindi, che hanno perso qualsiasi fiducia nell’essere umano. I detenuti, invece, sono come sempre persone che in qualche modo hanno bisogno di essere reinserite nella società, o che comunque necessitano di contatto umano. Secondo il direttore di APL è uno scambio alla pari, in cui tutti guadagnano qualcosa. Da parte loro i gatti imparano ad affidarsi a qualcuno, per quanto la loro natura glielo permetta.

Ricevono il calore umano, quello a cui si sono abituati nel lunghissimo processo di domesticazione. D’altra parte, i detenuti imparano a prendersi delle responsabilità, infatti sono loro in prima persona a nutrire e accudire i gatti. Ogni uomo ha bisogno di sentirsi utile, se non addirittura indispensabile per qualcun’altro, e il fatto di essere rinchiuso in carcere acuisce questa necessità. Il progetto fin da subito ha avuto un bel riscontro, e sia i gatti che i detenuti hanno tratto benefici importanti da questo curioso binomio, che potrebbe dare il via a una serie di repliche in tutto il paese. Il fulcro di questo esperimento è il modo in cui i detenuti, anche i più violenti, imparano a rapportarsi con un altro essere vivente senza fare ricorso, appunto, alla violenza, e questo li predispone al reinserimento, ove possibile, nella società.

Se questo progetto dovesse riscuotere un successo notevole anche in altre strutture, forse potrebbe arrivare anche in Italia, e i detenuti che popolano le nostre carceri potrebbero trarne giovamento. Nello stesso tempo, la miriade di gatti che si trovano soli e abbandonati in qualche rifugio, potrebbe avere una particolarissima nuova casa e una nuova vita. Voi che ne pensate, potrebbe essere un buon compromesso anche per noi?