Morti sei cani a Genova, e l’ipotesi suona come una condanna: parvovirosi. Non c’è ancora la conferma ufficiale, ma sembra molto probabile che la causa sia proprio la gastroenterite virale. La voce si è diffusa prima ancora dei risultati degli esami medici, e le famiglie che posseggono un cane sono preoccupate.
Sei cani morti in una settimana
Nell’ultima settimana sono stati registrati sei decessi di cani, morti per causa che ancora non sono state ufficializzate. Gli animali erano tutti appartenenti a famiglie del centro storico di Genova, della Foce e di Sampierdarena. I cani morti erano tutti giovani o cuccioli, e i sintomi che presentavano corrispondono a quelli che manifesta la parvovirosi. La parvovirosi è una malattia conosciuta anche con il nome di gastroenterite virale.
I sintomi di cui si parla sono disidratazione del cane, astenia, feci liquide che presentano sangue. Ad accogliere i poveri animali sono state la Clinica Veterinaria Ponte e quella Foce; entrambe hanno confermato sintomatologia e decessi, ma non si sono esposte sulle motivazioni dei decessi. Per quello bisognerà attendere gli esami.
L’appello del veterinario
Il veterinario Vincenzo Trovato spiega che la parvovirosi è una malattia estremamente contagiosa, che si trasmette tramite fluidi corporei. Può essere molto rischiosa soprattutto per i cani in giovane età, nonostante oramai la maggior parte degli esemplari presenti sul territorio sia vaccinata contro questa malattia. Soprattutto nei cani già debilitati o in quelli più giovani, la parvovirosi può presentarsi in maniera asintomatica, palesandosi solamente quando non c’è più scampo.
Per questo motivo, soprattutto in zone in cui aleggia il sospetto dell’epidemia, è bene prestare molto attenzione ai propri animali. Meglio evitare, se ancora non sono vaccinati, di portarli nei parchi o farli stare a contatto con altri cani. A Genova la voce si è diffusa velocemente senza nessun comunicato; è bastato lo scambio di informazioni fra conoscenti e proprietari di cani. Al momento le famiglie sono in attesa di un responso da parte delle cliniche veterinarie, e nel frattempo l’aria che si respira nei parchi dove di solito sgambano i cani non è più la stessa.