La Truffa del barboncino a Prato, morto subito dopo l’acquisto

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Siamo a Prato, in Toscana. L’uomo oggetto della truffa cercava da tempo un cucciolo di Barboncino Toy; forse per impazienza o forse per incoscienza, ha scelto di acquistarne uno tramite un sito internet, incappando in una cocente e dolorosa delusione.

Il cane muore subito dopo l’acquisto

Il signore toscano ha contattato un sito online che vendeva cuccioli di “razza pura” e ha contrattato l’acquisto per un prezzo di 450 euro. La consegna è avvenuta al casello stradale, il pagamento in contanti e senza ricevuta, il più classico degli imbrogli. Il cucciolo di Barboncino Toy era munito di libretto medico, chiaramente non regolare e non firmato dal veterinario. Il cane doveva essere un cucciolo puro e in buona salute; a consegna avvenuta il nuovo proprietario lo ha portato a casa ma dopo pochissime ore il cane ha cominciato a stare male. Dopo una terribile agonia il cagnolino è morto, nella sua nuova casa, davanti al suo nuovo padrone.

Il veterinario ha subito sospettato la truffa, il cane non aveva microchippedigree; le sue misure e il colore non erano rapportabili a quelle di un Barboncino Toy e neanche l’età stimata corrispondeva a quella dichiarata. Ad un primo esame è risultato pieno di ascaridi e coccidi, parassiti intestinali che, se non curati, portano l’animale dritto verso la morte.

La truffa del Barboncino, cosa è successo

L’uomo truffato ha immediatamente sporto denuncia, segnalando il sito su cui era stato effettuato l’acquisto alla Polizia Provinciale, a capo della quale c’è Michele Pellegrini. Attraverso il sito la Polizia è potuta risalire all’origine della truffa, già reiterata, per la quale sono state incriminate quattro persone. Parliamo di quattro italiani non residenti in Toscana, che dovranno adesso rispondere di traffico illecito di animali da compagnia, frode in commercio, maltrattamenti e uccisione di animali.

Nonostante la forte sensibilizzazione a tappeto su scala nazionale, secondo il Comandante Pellegrini sono ancora in molte le persone che si affidano a siti internet o chat private per acquistare un cucciolo di razza pura. Queste truffe sono quasi all’ordine del giorno e seguono tutte lo stesso iter, con tanto di consegna ai caselli autostradali, pagamenti in contanti e libretti contraffatti. Una volta in più il Comandante della Polizia raccomanda di avvalersi di allevamenti riconosciuti dall’ENCI; lo scopo è quello di non ritrovarsi invischiati in queste truffe, ma anche di non favorire il commercio di cani presumibilmente provenienti dall’Est, privi di vaccini e generalmente affetti da gravi patologie.