In questo momento Licata è tristemente al centro dell’attenzione, a causa delle continue stragi di cani randagi. A dispetto di un comune molto amante degli animali, c’è qualcuno che tenta di eliminare il problema del randagismo alla radice.
L’ennesima strage
Ancora un attacco ai randagi di Licata, comune in provincia di Agrigento. Non c’è pace per quelle povere bestiole, già nate sotto una cattiva stella. Questa volta a denunciare il fatto sono direttamente i volontari dell’associazione locale che si occupa degli animali in difficoltà. Nello scorso fine settimana sono stati avvelenati ben nove cani, di cui otto cuccioli. Dopo una segnalazione ben precisa, i volontari si sono recati nel luogo in cui è stata compiuta questa nuova strage ai danni dei cani che non hanno una famiglia, e purtroppo non è una novità.
Negli ultimi mesi su Licata si è abbattuta la cattiveria di un killer, o più di uno, che ha preso di mira gli animali che vagano liberi sul territorio. Vero è che il problema randagismo a Licata si fa sentire pesantemente, ma finora il comune e tutta la sua popolazione hanno sempre cercato di risolvere la questione con le buone maniere e soprattutto nel rispetto di quei poveri animali, che hanno l’unica colpa di non avere una famiglia. Ma qualcuno non la pensa così, ed è convinto che per risolvere l’emergenza randagismo, la soluzione sia una strage.
Le indagini dei Carabinieri
Ed è così che sono stati avvelenati otto cuccioli, di cui sei morti e due ancora in lotta fra la vita e la morte. Con loro c’era un cane adulto, morto anche lui, e non ci è ancora chiaro se fosse o meno il genitore della cucciolata. I volontari hanno subito coinvolto il Servizio Asl ma per i sei cuccioli non c’è stato nulla da fare, sono stati mortalmente avvelenati. Immediata la denuncia ai Carabinieri, che già hanno fatto partire un’indagine. Purtroppo non se ne viene ancora a capo, e le autorità non hanno fatto grandi passi in avanti nella caccia a questo killer. Di quest’ ultimo episodio non ci è dato avere ulteriori informazioni sulle indagini, e noi vogliamo credere che sia significativo. Speriamo fortemente che gli agenti siano sulle tracce del killer, e che non vogliano far trapelare informazioni che potrebbero compromettere l’indagine.
Nel frattempo il rischio avvelenamento a Licata è alto, e la gente comincia ad avere paura anche per i cani domestici. Come tutte le volte che accade qualcosa di simile, poi, è importante ricordare che spesso i bocconi avvelenati vengono piazzati in zone pericolosamente accessibili anche ai bambini. L’appello dei volontari è forte, chiunque avesse notizie o informazioni che possano aiutare gli inquirenti a fermare il killer dei randagi si faccia avanti. C’è sicuramente un modo più cristiano e meno cattivo di risolvere il problema del randagismo, e certo la soluzione non può essere uccidere tutti i cani della zona.