Si tratta del progetto di una veterinaria americana, la dottoressa Pamela Fisher, veterinaria di North Canton, in Ohio che ha portato la musica in oltre 1.100 canili e rifugi: aiuta gli animali e favorisce le adozioni.
La dottoressa Fisher ha creato il Rescue Animal MP3 Project grazie al quale oltre mille canili e rifugi degli Stati Uniti sono stati dotati di un impianto stereo e di un lettore musicale che trasmette una compilation di 30 ore.
I risultati sono evidenti dice la dottoressa:
«Gli animali sono più rilassati e comportandosi con maggiore naturalezza vengono anche adottati più facilmente».
Musica nel canile, come aiuta gli animali?
Si tratta di una compilation del tutto particolare, un mix che passa dai classici della musica da camera e sinfonica e quindi Mozart, Beethoven e Chopin a brani strumentali con arpe, violini e pianoforti, e musiche ispirate alla natura e composte appositamente per il progetto.
La dottoressa Fisher ha chiesto infatti a molti artisti di donare le loro canzoni, in modo che la playlist sia in regola con il diritto d’autore.
E’ quindi la compilation creata dalla dottoressa Fisher ad aiutare gli animali e favorire le adozioni. Non si può dire la stessa cosa della radio dove spesso si sentono voci umane e canzoni troppo rumorose o con toni che danno fastidio al sensibilissimo udito del cane e del gatto.
E mentre negli Stati Uniti si cerca la musica che aiuta gli animali del canile e favorisce le adozioni, l’Italia sta facendo importanti passi indietro nella tutela degli animali abbandonati e non, azzerando tutti gli sforzi fatti negli ultimi anni e dimostrando che nel nostro paese valgono solo le logiche del profit come dimostra il caso dei canili di Roma. E’ noto infatti agli esperti e ai volontari che spesso un cane o un gatto abbandonato è portato in una struttura di accoglienza in stato di shock, spesso terrorizzato e vittima di maltrattamenti di ogni genere.
Le reazioni di questi cani abbandonati possono essere di vario genere: si va da uno stato di ansia perenne, a paure e fobie per qualsiasi cosa o anche risposte aggressive nei confronti di determinate categorie umane che magari ricordano al cane il proprio aguzzino.
In questi casi occorre una mano esperta che sappia individuare il problema e permettere al cane di trovare quell’equilibrio psicofisico idoneo ad accettare una nuova famiglia. La situazione non è del tutto diversa da quella umana quando si ricorre allo psicologo a seguito di eventi traumatici o gradevoli. Questo è il motivo per cui i canili vengono generalmente gestiti da associazioni no profit, che hanno a cuore gli animali e affiancano loro educatori e comportamentisti per il completo recupero.
Ovviamente tale recupero spesso non esiste laddove le strutture finiscono in mano ai privati che percepiscono una diaria a cane e quindi sarà loro interesse tenere più animali possibili e non farli adottare al fine di aumentare il loro profitto.