Per non perdere l’aereo affoga il suo cucciolo

Cynthia Anderson affoga cucciolo

Ecco un’altra storia di ordinaria follia umana, una donna che per andare a godersi la vacanza non ha avuto scrupolo di affogare il suo cane nel bagno dell’aeroporto di Gran Island (Nebraska USA). Il nome della donna di 57 anni è Cynthia Anderson di 57 anni.

La storia ha inizio a gennaio scorso quando la donna cercò di imbarcarsi su di un aereo con destinazione la Florida, ma i funzionari non la fecero salire a bordo in quanto aveva con se tre cuccioli di età inferiore a otto settimane. Il regolamento federale prevede che i cuccioli abbiano più di due mesi di età per viaggiare.

La donna dovette quindi tornare a casa, lasciare i cuccioli dai genitori, ripromettendosi di ripartire il giorno dopo. Non si capisce per quale motivo, forse i genitori non volevano il terzo, la donna decide di provare a rimbarcarsi con uno dei tre cuccioli. Un tentativo che appare assurdo in quanto se il giorno prima non potevano viaggiare per limiti di età, non si capisce perché uno di loro il giorno dopo avrebbe potuto farlo.

La Anderson ha nascosto il terzo nella sua borsa. Ma al momento dell’imbarco gli addetti si sono accorti.

La Anderson non si è data per vinta: sarebbe salita su quell’aereo per godersi la sua maledetta vacanza ad ogni costo. Per raggiungere il suo obiettivo non si è fatta scrupolo di affogare il cucciolo nel bagno dell’aeroporto, riuscendo ad imbarcarsi.

Ma un addetto ha trovato il cucciolo morto e alcuni testimoni hanno riferito di aver visto una donna entrare nei bagni con un cucciolo e uscire senza.

La donna è stata così individuata sull’aereo in partenza ed arrestata. Pochi giorni fa si è concluso il dibattimento: il 30 luglio si terrà l’udienza per quantificare la pena che non potrà essere inferiore a tre anni con un massimo di cinque,da trascorrere in prigione. A differenza dell’ordinamento italiano infatti in molti stati degli USA per questo tipo di reati vi è la galera, non ci sono sconti.

Gli altri cuccioli sono stati sequestrati e affidati alle cure di una associazione che provvederà a cercare loro una famiglia.