Perugia, Condannato un torturatore di gatti

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Per quante storie si possano raccontare, non si finisce mai di rimanere sbigottiti dalla crudeltà cui può giungere una mente umana. Né la rabbia nel rendersi conto che le vittime sono sempre più spesso poveri animali indifesi, che niente può al cospetto di questa bestia feroce che purtroppo può diventare l’essere umano.

Il fatto avvenuto mesi fa

A Perugia si è verificato uno dei casi più eclatanti di violenza contro gli animali, in questo caso gatti. A distanza di mesi stavamo tutti aspettando che si facesse giustizia, e ora finalmente pare che si sia intrapresa la strada giusta. Diverso tempo fa era stato ritrovato il cadavere di un gatto mutilato e scuoiato, appeso al cancello di una scuola. A seguito di una fitta ricerca, si era giunti a un sospetto, un giovane ragazzo perugino residente proprio nei pressi della scuola. Gli agenti avevano aperto un’inchiesta e le indagini avevano portato al ritrovamento di un luogo spaventoso, degno del peggiore dei serial killer.

In uno scantinato, nella stessa palazzina in cui abitava il ragazzo, era stato trovato una sorta di laboratorio; al suo interno utensili utili a scuoiare gatti, una costruzione in legno con cui gli animali venivano verosimilmente bloccati, oggetti di tortura e perfino una rudimentale ghigliottina. A conclusione di quello che già sembrava uno scenario apocalittico, una fila di coltelli e forbici, alcune maschere di pelle costruite con la testa scuoiata di gatti e, infine, dei contenitori dove, a mollo in un liquido di conservazione, erano immersi testa e zampe di diversi gatti.

Il ribaltamento della sentenza

In seguito alla perquisizione il ragazzo era stato rinviato a giudizio, con accuse gravissime. Il garage di proprietà del giovane era diventato la scena del crimine, e non c’erano ostacoli per una condanna. E invece no. Il pm che allora si occupava del caso, non aveva trovato le giuste correlazioni fra il giovane perugino, la scena del crimine in un garage a due passi dalla scuola, nonché di proprietà del ragazzo, e il gatto scuoiato vicino la scuola. Non erano bastate le prove per ritenerlo colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. Gemma Bracco però, avvocato che rappresentava la Lav, costituitasi parte civile in questo caso, non c’è stata, ed è ricorsa in appello. E finalmente arriviamo a oggi.

Il pm Manuela Comodi, che ha seguito il ricorso, non ha avuto dubbi invece; ha condannato il ragazzo a quattro mesi di reclusione, con sospensione della pena. L’avvocato Bracco si dice soddisfatta, a noi ancora non sembra abbastanza per punire un simile atto di crudeltà. Siamo inoltre convinti che una persona che nutre un simile odio nei confronti degli animali, non possa essere in nessun modo migliore neanche nei confronti delle persone. Inutile dire che, secondo il nostro parere, la pena non è neanche lontanamente coerente con la gravità del fatto, ma siamo contenti di sapere che almeno venga riconosciuto il crimine.