Questa volta accade nella Capitale, smantellato un allevamento abusivo di Dogo argentino. Intervento risolutivo da parte delle forze dell’ordine, per mettere in salvo i cani e far partire un’immediata denuncia nei confronti del proprietario.
Messi in salvo i cani prigionieri
Anche nella capitale accade, e non di rado, di trovare allevamenti abusivi, situazioni in generale poco piacevoli per i nostri amati amici a quattro zampe. A volte meglio, a volte peggio. Questa volta siamo nella zona est di Roma, quartiere Romanina. La Polizia Locale si è avvalsa di tutto l’aiuto possibile prima di fare irruzione in quello che doveva essere un allevamento, portando medici veterinari dell’Asl di competenza e guardie zoofile dell’OIPA. Non è chiaro se a far scattare la perquisizione sia stata una soffiata o il risultato di una lunga indagine, ma poco cambia ai fini del risultato.
Qualunque cosa fosse, tanto è bastato agli agenti per irrompere all’improvviso e, superato lo shock di ciò che stavano vedendo, portare in salvo ben dieci esemplari di Dogo argentino, fra cui cuccioli e femmine gravide. Come sempre accade in queste situazioni, le immagini delle condizioni in cui versavano i cani prigionieri si stampano nella mente, e si fa fatica a cacciarle via. Chissà se i cani salvati, alla fine, riusciranno a nutrire nuovamente un minimo di fiducia e rispetto nei confronti dell’uomo.
Terribili le condizioni igienico sanitarie
Le gabbie erano costruite con reti dei letti arrugginite, assi inchiodate a rattoppare i vari buchi. Posizionate a caso, senza neanche tener conto della mancanza di luce per quelle povere bestie. E probabilmente questo è il minimo. Di ciotole con un po’ d’acqua fresca non c’era nemmeno l’ombra, ma le crocchette c’erano. Erano buttate a terra, impregnate dell’urina dei cani stessi che nessuno portava fuori e nessuno puliva. Gli escrementi erano ovunque, e attiravano una marea d’insetti che infestavano le povere bestie prigioniere. L’odore che ristagnava ha spinto più di un agente a correre fuori in cerca di un respiro d’aria pulita. Le condizioni igienico sanitarie, insomma, erano lontane mille miglia anche dai più banali e minimalisti parametri obbligatori per legge.
Le condizioni in cui versavano i cani erano, e sono tuttora, disastrose. La quantità di rifiuti di qualsiasi genere, ha probabilmente provocato gran parte delle ferite che i cani presentavano quando sono stati trovati, oltre a gravi forme di dermatite che richiederanno lunghe cure. Fra i dieci esemplari c’era una femmina incinta e una che aveva partorito da poco, e c’erano anche i cuccioletti. Questo a dimostrare che probabilmente si parla dell’ennesimo allevamento abusivo, strutture tirate su per far figliare cani di razza. I cuccioli verranno in seguito venduti a prezzi di mercato, mentre per i genitori non c’è nessun interesse se non quello di mantenerli in vita per produrre altri cuccioli ancora, e poi ancora.
In questo caso specifico i cani sequestrati sono stati trasferiti al canile comunale, e sottoposti già alle prime cure. E’ probabile che, in tempi relativamente brevi, vengano dichiarati tutti adottabili, nella speranza che trovino una buona famiglia. Tutto l’intero stabile è stato posto sotto sequestro in attesa delle decisioni del giudice. Per il proprietario della struttura, che noi ci rifiutiamo di chiamare allevatore naturalmente, è già scattata una serie di denuncie. Possiamo ipotizzare che, una su tutte, sarà accusato di maltrattamento ai danni degli animali e detenzione illegale di animali in condizioni incompatibili con la loro natura..