Savigliano, Cagnolino affamato gettato in un cassonetto

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Come ogni giorno c’è da raccontare di qualche povero animale maltrattato. Oggi si tratta di un piccolo cagnolino che aveva la grandissima colpa di avere fame.

A volte la cattiveria dell’uomo..

Savigliano, provincia di Cuneo. Siamo in un ristorante, e sono le 22 circa di sabato sera. Due cani randagi, meticci di taglia medio piccola, entrano nel locale attraverso la veranda aperta. Molto probabilmente erano affamati o soltanto infreddoliti e cercavano un riparo, un po’ di calore. All’improvviso dalla veranda esce un uomo, afferra il cagnolino più piccolo per il collo e lo scaraventa fuori, con violenza. Il cucciolo deve essere davvero affamato e testardo, perché dopo qualche minuto si azzarda a riprovarci, e pian piano si riporta nella veranda.

Questa volta l’uomo è più arrabbiato, prende il cane per le zampe e si allontana, volta l’angolo e lo sbatte in un cassonetto. Lo avrebbe lasciato a morire lì, in un bidone della spazzatura solo perché si era avvicinato in cerca di cibo. La buona stella del cagnolino vuole che ci siano dei passanti in quel momento che assistono a tutta la scena; salvano subito il cagnolino e chiamano i carabinieri per sporgere denuncia. I testimoni non hanno riconosciuto l’uomo purtroppo, e ora le indagini sono in corso.

Partite le indagini

Secondo le prime notizie che trapelano il ristoratore e il suo staff sarebbero al di sopra di ogni sospetto, e secondo gli inquirenti l’uomo che avrebbe sbattuto il cagnolino nel cassonetto sarebbe verosimilmente un avventore occasionale o abituale del locale. Il cagnolino e il suo compagno di scorribande sono stati portati al sicuro nel rifugio di Fossano, Pinco Pallino, e stanno bene; sono stati sfamati e messi al caldo. A costituirsi parte civile sarà la sezione Lida di Cuneo, il cui presidente, Roberto Russo, ha già rilasciato una dichiarazione in merito.

Le parole sono dure verso una società che ancora non è pronta a trattare gli animali come essere viventi capaci di percepire il dolore fisico e morale, e per questo c’è bisogno di punizioni dure e durature che educhino al rispetto. Nel frattempo sui social alza un polverone il gestore del locale, che viene ingiustamente accusato di essere coinvolto nell’accaduto. Ora aspettiamo il corso dell’indagine e magari le riprese di qualche telecamera di zona, che possano inchiodare subito il colpevole.