E’ la solita storia, esche avvelenate e cani morti. Questa volta siamo a Montà, in provincia di Cuneo. Questa è la storia di Tea, e di altri due cani da tartufo, come minimo, morti avvelenati.
Tea, avvelenata a soli cinque mesi
Montà, Cuneo. Ormai le storie di avvelenamento sono fin troppo comuni purtroppo, ma di solito a farne le spese sono i cani randagi, e diventa sempre più evidente come alcune persone siano convinte che l’avvelenamento sia l’unica soluzione al problema del randagismo. In questo caso però c’è qualcosa di diverso, Tea non è una cagnolina randagia, ma ha una casa ed un padrone, ed è un cane da tartufo. A denunciare il fatto è Luca Aloi, il proprietario di Tea.
Racconta che la sua cagnolina, cinque mesi appena, è morta mangiando un boccone avvelenato, uno dei tanti disseminati sul suo territorio. Sembra un’uccisione intenzionale dunque, e non uno sfortunato caso. Luca ha altri cani, ed è quasi certo che stessero cercando di ammazzare proprio le sue bestiole. Negli ultimi giorni è già successo, almeno ad altri due cani. In Piemonte non è proprio una novità che si attenti ai cani da tartufo, ma in questo momento sembra che ci sia qualcuno che sta insistendo sulla zona, Montà e dintorni.
Il silenzio tra i trifolai
Pochissimi giorni fa un altro cane è stato avvelenato a Canai, stesso modus operandi. Il cane ha ingerito un boccone con un alto potenziale di veleno, che purtroppo ha immediatamente attaccato il sistema nervoso; uccidendolo prima ancora che il suo padrone potesse arrivare all’automobile per portarlo da un veterinario. A sporgere denuncia però è stato solamente Luca Anoi, che ha chiamato i Carabinieri Forestali e coinvolto la Asl per far analizzare il boccone avvelenato, nella speranza di risalire al colpevole. Per il resto fra i trifolao, appunto gli uomini che al fianco dei loro cani vanno a caccia di tartufi, sembra essere sceso un inspiegabile velo omertoso.
Le denunce non partono e le persone non vogliono parlare dell’accaduto, o comunque non vogliono essere citate. La cosa impensierisce non poco, perchè fermare quella che sta diventando una strage sarà ancora più difficile. Non ci è chiaro come mai i proprietari di questi cagnolini avvelenati non vogliano parlarne, ma non possiamo non sottolineare che si tratta di un reato grave, disseminare il terreno di bocconi avvelenati inoltre può essere perioloso per turisti e bambini di passaggio. Talvolta la dose di veleno è così concentrata che basta mettere in bocca una mano che abbia toccato il boccone per avere guai serissimi, che possono sfociare in tragedia. C’è la necessità, quindi, di non nascondersi e aiutare le Forze dell’Ordine a fare chiarezza una volta per tutte e fermare il criminale, o i criminali, che sta uccidendo i cani a Montà e dintorni.