A Torino sequestrato il rifugio degli orrori

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Ancora un caso di rifugio abusivo per cani, questa volta nel Nord Italia. Otto cani sequestrati e messi in salvo, ma il sospetto è che ce ne siano altri che non ce l’hanno fatta. Aperta un’inchiesta e denunciata la proprietaria.

Salvati otto cani ridotti allo stremo

A Valdelatorre, provincia di Torino, l’intervento dell’OIPA mette in salvo otto cani, fra cui tre cuccioli. L’indagine è partita dalla visualizzazione di alcuni siti internet, in cui venivano messi in vendita questi cani. Gli agenti zoofili, scorrendo le foto degli animali in vendita, hanno presto intuito che le loro condizioni erano quantomeno critiche, e si sono messi alla ricerca del rifugio.

Dopo essere riusciti a contattarlo con la scusa di voler fare un acquisto, le guardie sono piombate sul posto e quello che hanno trovato non era certo un bello spettacolo. Si aspettavano cani tenuti male, ma ciò che si sono trovati di fronte andava oltre ogni immaginazione. Il rifugio degli orrori costringeva i cani a vivere in condizioni terribili, nel degrado più totale.

Partita la denuncia, ora aspettiamo la pena

Otto cani presenti, rinchiusi in piccoli box coperti di escrementi e rifiuti di ogni genere. Le condizioni igieniche facevano ribrezzo, e gli animali erano spinti alla fame più nera, disidratati e quasi assiderati. I box erano privi di finestre, fatiscenti e gelidi. Fra i cani tre cuccioli ormai in fin di vita, ed è molto probabile, secondo gli agenti, che ce ne siano altri non sopravvissuti. Le indagini delle guardie zoofile, svolte in collaborazione con la Polizia Municipale, hanno chiaramente puntato il dito contro la proprietaria del rifugio, immediatamente denunciata per gravi maltrattamenti ai danni degli animali.

I cani sono stati portati via e, dopo accurate visite e cure veterinarie, sono stati affidati al canile Argo; dopo un periodo di ripresa, saranno pronti per essere adottati, si spera, da amorevoli famiglie. Il rifugio è posto sotto sequestro, e si stanno cercando eventuali resti di altri cani, quasi certamente decimati da malattie dovute alle terrificanti condizioni igienico-sanitarie. Ora a mettere ordine ci penserà un giudice, che deciderà la pena secondo lui più giusta per questa donna. Tenendo conto dei maltrattamenti e delle condizioni di salute, compromesse dalla più totale noncuranza in cui vivevano i cani, la speranza è che il suddetto giudice non sia troppo buono. Per quanto ci riguarda non c’è multa che tenga, per questa gente ci vuole il carcere punitivo, che serva da esempio anche agli altri.