Traffico illegale di cani, scattano arresti e denunce a Civitavecchia

cani da caccia rubati civitavecchia

Il più classico dei classici. Rubano cani e li rivendono, ma stavolta fanno le cose per bene. I malfattori infatti si occupavano perfino di sostituire i microchip per rendere non identificabili i poveri animali.

Il mercato nero alle porte di Roma

Siamo a Civitavecchia, Comune appartenente a Roma. Il traffico riguarda soprattutto cani da caccia, rubati e poi rivenduti. Tutti cani di razza comunque, irrintracciabili a causa della sostituzione dei microchip. A compiere il furto e lo smercio dei poveri cani sono tre persone, due delle quali denunciate a piede libero e uno arrestato; la custodia non è dovuta al mercato nero dei cani ma al possesso accertato di armi e munizioni illegali. I cani ritrovati sono 54, di cui 15 cuccioli di razza, principalmente cani da caccia. Venivano tenuti in gabbie metalliche, in condizioni di totale degrado.

Le norme igieniche erano ben lontane dall’essere rispettate, i cani erano malnutriti e maltrattati. La sostituzione dei microchip avveniva per mano di persone non competenti, con rozzi bisturi e senza nessuna precauzione atta ad evitare infezioni. I cani sopravvissuti venivano venduti, e quelli che non si vendevano venivano soppressi. Nel terreno sono state infatti ritrovate carcasse di cani, risalenti a differenti periodi. I Carabinieri sono intervenuti e hanno tratto in salvo i cani. Per i delinquenti sono scattate denunce e arresti, che speriamo verranno confermati in fase processuale.

La posizione dell’ENPA

I cani recuperati sono stati immediatamente suddivisi fra varie associazioni che se ne prenderanno cura, aiutandoli a superare la brutta avventura e poi favorendo l’adozione da parte di famiglie affidabili. Nel procedimento giudiziario, a costituirsi parte civile sarà l’ENPA, Ente Nazionale Protezioni Animali. E’ il Presidente nazionale dell’ENPA, Carla Rocchi, a rilasciare una dichiarazione in merito all’accaduto. Dichiarazione in cui principalmente si preoccupa di ringraziare le forze dell’Ordine per l’operato, e di assicurare il loro massimo impegno affinchè giustizia venga fatta.

La Rocchi conclude chiedendo ancora una volta che Governo e Parlamento si impegnino seriamente a rafforzare la tutela degli animali, perseguendo in maniera appropriata chi vìola i loro diritti. Pene più severe e controlli a tappeto possono essere l’unico deterrente contro la violenza sugli animali, che troppo spesso viene considerata un reato minore. In questo caso l’accusa è di maltrattamento e torture ai danni degli animali, detenzione e ricettazione illegale degli stessi, oltre al possesso di un fucile non registrato e cento munizioni non autorizzate.