Anche in Friuli spuntano casi di maltrattamento sparsi. Oggi parliamo di uno pseudo allevamento, molto più simile ad una casa degli orrori. Le forze dell’ordine sono riuscite a mettere al sicuro undici cani, fra cui quattro cuccioli.
Un ritrovamento shock
Si trattava di un allevamento di Kurzhaar, bellissima razza di cani da caccia di origine tedesca. Gli esemplari ritrovati all’interno del fabbricato erano tutt’altro che cani belli da vedere. Ridotti in condizioni che neanche la più malata delle menti riuscirebbe ad accettare. A richiamare l’attenzione dei Carabinieri sono state alcune segnalazioni da parte di privati cittadini, che lamentavano un insopportabile tanfo e il continuo abbaiare di cani. Le guardie zoofile dell’Oipa di Udine hanno fatto irruzione in una proprietà privata, che poi hanno scoperto essere un sedicente allevamento; completamente privo di qualsiasi tipo di autorizzazione.
Qualche cuccia rotta come unico riparo per undici cani di razza, fra cui quattro cuccioli. Chiusi in box fatiscenti, al limite della fame più nera. Gli agenti erano già inorriditi e ancora non avevano visto nulla. Immediata la reazione delle guardie zoofile, che hanno subito sequestrato e messo al sicuro i cani, avvalendosi dell’aiuto dei veterinari della Asl competente. Nel frattempo è stato anche chiesto l’intervento dell’istituto zooprofilattico.
All’orrore sembrava non esserci fine
Terribili le condizioni dei poveri cani prigionieri di un allevamento degno di un film horror. Le zampe completamente immerse nei liquami da chissà quanto tempo, abbaiavano al mondo fuori tutto il loro disagio. Fra feci e urine, gli escrementi avevano seriamente danneggiato i cuscinetti delle zampe, e ora rischiano infezioni di ogni genere. All’interno dei box c’erano sacchi pieni di escrementi raccolti e mai smaltiti, in parte talmente vecchi da essere irriconoscibili. E non bastava ancora. La carcassa di un cane morto giaceva a terra, fra lo sporco, coperta da un lenzuolo.
A giudicare dallo stato di decomposizione si ipotizza che fosse lì da almeno un mese. Anche una gabbia divelta, con all’interno le piccole carcasse di due quaglie morte già da tempo. All’istituto zooprofilattico è stato chiesto di fare un esame sui resti ritrovati, per capire se ad uccidere il cane sia stata l’incuria di chi gestiva questo schifo. Questo aggraverebbe la posizione già abbastanza complicata dei proprietari della struttura, che ora dovranno rispondere di varie accuse, una su tutte naturalmente è il maltrattamento ai danni degli animali.