Alassio, entrano con il cane in chiesa e il parroco li caccia

cane in chiesa

Siamo alle solite: il detto “fortunato come un cane in chiesa”, per indicare una persona perseguitata dalla mala sorte è ancora in voga. Ogni tanto esce fuori qualche prete o parroco che caccia i fedeli che si azzardano ad entrare con il cane in chiesa. Non importa se il cane non disturba, ma è proprio un essere che alla Chiesa Cattolica non va giù fin dai tempi del Medioevo quando esisteva una losca figura chiamata il caccia cani che aveva il compito di prendere a bastonate e cacciare i cani randagi nel caso in cui si fossero azzardati a mettere una zampetta nella casa di Dio.

Questa volta tocca ad Alassio e alla chiesetta di Sant’Anna, dove padre Gilles Jeanguenin di nazionalità svizzera accoglie le pecorelle (umane smarrite) ma non i loro animali domestici, in particolare i cani.

Una coppia di turisti infatti ha avuto l’ardire di entrare con il proprio cane in chiesa, un golden retriever, per assistere alla funzione religiosa, ma al parroco non è andato bene anche se il cane non stava dando nessun fastidio: se ne stava accucciato accanto ai padroni.

Secondo alcuni testimoni la coppia è stata cacciata a malo modo dal parroco che non solo ha fatto loro segno di andarsene ma lo ha detto davanti a tutti.

Secondo alcuni testimoni, il gesto sarebbe stato ingiustificato. Va bene cacciare chi disturba, chi non spegne il cellulare, ed anche chi entra vestito in modo non consono per la casa di Dio, ma cacciare una creatura del signore, sul presupposto che essendo un cane potrebbe disturbare, non sembra molto vicino agli insegnamenti di Cristo celebrati durante la santa messa.

Secondo il prete svizzero si tratta di semplici norme di buona educazione e non si tratta di essere cattivo con i cani ma di educare i padroni. Questi potranno andare liberamente in chiesa, lasciando a casa il loro peloso. Chissà quanti ci andranno volentieri sapendo che vanno a pregare nella Casa di Dio gestita da chi non fa entrare un membro della loro famiglia.