Siamo ai limiti del paradosso, in una di quelle situazioni che non si capisce bene se fanno più ridere o piangere. Ci troviamo a Lecce, dove una donna si è beccata una bella multa per aver soccorso un gattino in difficoltà.
Lo strano caso di Lecce
Siamo in pieno centro abitato, ed un povero gattino si trova in seri guai. Probabilmente investito da un’auto, ha necessariamente bisogno di aiuto immediato. Ora sarebbe facile immaginare la solita storia, una povera bestiola sta male e nessuno muove un dito per aiutarla. Non è così. Parliamo di una signora leccese di buon cuore. La donna, visto il gattino e capita la gravità della situazione, decide di fare qualcosa. Prende il gattino e si reca immediatamente in uno studio veterinario. Lascia che i medici prestino le prime cure al micio ferito, e poi li paga di tasca propria.
Un gran bel gesto, che naturalmente verrà ricompensato dalla buona sorte, giusto? Sbagliato. La signora in questione dopo pochi giorni si è vista recapitare nella sua abitazione una multa di ben 166,66 euro. No, non è uno scherzo, la donna è costretta a pagare a causa di un’applicazione troppo dittatoriale di un’ordinanza. Non facciamo fatica ad immaginare la confusione in cui debba trovarsi una persona che si vede multata per aver soccorso un animale, è talmente fuori dal mondo che, pur continuando a ripeterlo, si fa fatica a crederci. A raccontare i fatti e lanciare un’accusa contro il Comune di Lecce è proprio un consigliere comunale, Gaetano Messuti.
Eccesso di zelo?
Messuti racconta la storia, spiegando quale sia la motivazione teorica della multa erogata, a sfavore di una donna colpevole di aver prestato soccorso ad un animale ferito. In un’ordinanza contenuta in un accordo fra Stato e regione, è chiaramente spiegato che un qualsiasi animale in difficoltà sul territorio va segnalato tempestivamente agli organi preposti, pronti ad intervenire H24. Durante l’intervento, o in conseguenza di esso, l’animale deve essere microchippato, a sua esclusiva tutela. La normativa ci piace, difende gli animali facendo i loro interessi. Ma estremizzarla in una simile maniera ha del ridicolo, non certo per la signora costretta a pagare la salata multa.
Il Comune, d’altra parte, ribatte a Messuti facendo notare il ligio rispetto delle regole da parte delle autorità competenti, glissando sull’inappropriatezza di tale provvedimento. A multare la donna di Lecce è stato il Nucleo Comunale Ambientale, cui nessuno può rimproverare niente se non un eccesso di zelo. Ma come si può, ci chiediamo noi, tentare di sensibilizzare la gente se i rischi sono questi? Come ci si può aspettare che la gente intervenga nel vedere un animale in difficoltà se la conseguenza paradossale è una multa? Non possiamo pretendere altro, la realtà dei fatti è che in Italia, l’abbiamo detto tante volte, la tutela degli animali non è altro che una bozza o poco più, non regolamentata con le dovute eccezioni e quasi mai rispettata.