Leonel e Tito, una separazione troppo dolorosa

tito bambino

Quando un cane rappresenta molto più di un amico. Per qualcuno accade davvero, si instaura un rapporto particolare amplificato da mille fattori. E se la coppia viene per qualsiasi motivo separata, il dolore è esagerato. Raccontiamo la storia di Tito e Leonel, un cane e un bambino a dir poco speciali.

Il dispiacere immenso di un bambino

Spezza il cuore l’immagine del disegno che Leonel ha fatto per Tito, e racchiude tutta la sofferenza e la malinconia che una separazione forzata può generare. Siamo in Argentina, a Rìo Gallegos; e questa è la storia di Leonel, un bambino autistico che ha trovato la sua libertà in un cane. Tito è un barboncino grigio, ha due anni e li ha vissuti in assoluta simbiosi con Leo. Insieme i due hanno imparato a fare qualsiasi cosa, e Tito per Leo è diventato ben più di un amico. In lui il bambino ha trovato la comprensione che molto spesso manca alle persone disabili; si capiscono benissimo, e interagiscono davvero. Noemi, la mamma di Leonel, lo ha visto cambiare giorno dopo giorno da quando hanno preso il cagnolino; Leo ha trovato la serenità, e l’energia per affrontare le dure battaglie che la sua vita gli pone. Sorride, e si sente amato per com’è. Ora Tito è scomparso e Leonel soffre terribilmente.

A nulla sono serviti gli appelli, le ricerche palmo a palmo nella zona, i pianti disperati di un bambino che non sa neanche esternare tutta la solitudine che sente. Oggi Leo ha fatto un disegno che rappresenta un bimbo in lacrime, con le braccine tese verso un piccolo cagnolino. Un cuore spezzato in alto a sinistra del foglio. La dicitura è chiara, e dolorosa. “ Un mese senza vedere Tito. Mi manchi, nessuno ti trova. Tutti mi chiedono se ti ho trovato e io dico di no”. La semplicità disarmante con cui Leonel, 11 anni, autistico, esprime il suo rammarico è terribilmente dolorosa.

Una ricompensa, la più grande, per chi trova Tito

Appelli sui social, ricerche da parte di parenti, amici, conoscenti. Niente, mamma Noemi non riesce ad aiutare il suo bambino, e questo la fa star male. Anche la palestra di Taekwondo  frequentata dal bambino ha partecipato attivamente; insieme ai suoi compagni Leo ha registrato un videomessaggio, chiedendo a chiunque abbia uno straccio di informazione di farsi avanti. Circa un mese fa Noemi era a spasso con Leo, Tito e gli altri due cani che posseggono. Gli animali circolavano liberi, come fanno sempre, senza allontanarsi. Di solito, racconta Noemi ad un giornale locale, al primo richiamo tornano tutti indietro, senza problemi ma quel giorno no, Tito non ha fatto ritorno. Da quel momento si cerca senza sosta, in ogni dove, con ogni mezzo.

Qualcuno ha consigliato alla giovane donna di offrire una ricompensa in denaro per Tito, ma Noemi non può permetterselo. Allora Leonel ha offerto ciò che ha di più caro. Nell’ultimo volantino che in queste ora tappezza la città, l’ennesimo, Leonel offre la sua adorata bicicletta come ricompensa per chi gli riporterà il suo Tito. Non c‘è niente che noi possiamo fare per aiutare questo bambino e il suo Barboncino, ma ci sembrava doveroso raccontare la storia di Leonel e Tito, così, solo per lanciare un messaggio. Forse Tito si è perso, o forse qualcuno lo ha portato via, non sarebbe certo il primo cane che viene rubato.

Ma quando si ruba un animale, forse non ci si rende conto del male che si può fare. Non si immagina la storia che il cane può avere alle sue spalle, non si può comprendere il dolore di un bambino che aspetta incollato alla finestra che il suo amico faccia ritorno a casa. E poi aspetta ancora. E ancora.