Treviso, acqua per il cane a 0.30 €

Se è vero che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi) allora noi ci stiamo incivilizzando come preconizzava Roberto Vacca nel 1970 nel libro “Medioevo prossimo venturo”.

Lasciando perdere tutto il discorso relativo alla questione della perdita dei valori, per constatare l’involuzione della nostra civiltà e ragionando alla Guicciardini: dal “particulare al generale” vi vogliamo proporre le seguenti immagini che parlano da sole:

bibe canis
Epoca romana
magistrato civico
XIX secolo
scontrino acqua per cane
2015

I titolari non hanno avuto alcun problema a giustificare il costo: “servizio e citolina”. Da notare che la voce “acqua cane” è presente nel registratore di cassa.

E’ vero anche che forse l’acqua una volta non si pagava, è vero che i negozianti forse non erano soggetti a tasse, tassette, balzelli di ogni genere, è vero che eravamo meno in termini numerici (nel 2050 pare toccheremo la soglia dei 10 miliardi, entrando pericolosamente nella legge Malthusiana secondo la quale una popolazione non si può espandere all’infinito), quello che ci domandiamo è se si ferma in quel bar una mamma con un bimbo che ha sete: un bicchiere di carta con dentro l’acqua del rubinetto quanto costa? E Chissà se nel registratore di cassa c’è anche questa voce? Ma non è certo lasciare una ciotola d’acqua per i cani fuori della porta del negozio a fare chiudere le attività commerciali in Italia.