Ormai siamo al paradosso, i nostri cani non sono più al sicuro da nessuna parte. Vogliamo raccontare una storia di maltrattamenti avvenuta all’interno di un negozio di toelettatura, delle botte e delle catene; della presunta morte di cuccioli venduti troppo piccoli o malati.
Aperta un’inchiesta, le accuse sono tantissime
Parliamo di un’attività di Coccaglio, comune di Brescia. Il negoziante, un quarantenne della Val Camonica, al momento è sotto inchiesta per avere tenuto un comportamento fuori da ogni regola, commettendo gravi reati. In seguito ad alcune segnalazioni, gli agenti hanno svolto diversi appostamenti che hanno confermato le accuse. In un negozio di toelettatura per cani accadeva di tutto, e ora è stato posto sotto sequestro. Le serrande abbassate su un’attività che mieteva vittime, per arricchire il proprietario sulle spalle di poveri e innocenti cani.
Le accuse sono molteplici, e ora il gestore dovrà risponderne alla Procura. Tanto per iniziare, l’uomo è tacciato di maltrattamento ai danni degli animali; inoltre si parla di presunta attività veterinaria illecita, truffa, compravendita illegale di cani e riscossione di pagamenti in nero. Ma partiamo dall’inizio. A muovere tutto l’ingranaggio sarebbe stata una segnalazione che accusava l’uomo di tenere i cani da toelettare legati a catena, e di farli stare buoni a suon di botte. Già questo sarebbe sufficiente per suscitare rabbia e indignazione, ma purtroppo non è tutto.
Speriamo in una condanna esemplare
In base alle indagini svolte è venuta fuori una compravendita illegale da parte dell’uomo, e la merce sarebbe composta da piccoli cuccioli, venduti a neanche due mesi di vita; cuccioli spacciati per cani di razza, forse con pedigree contraffatti, ancora troppo piccoli per essere staccati dalla mamma. Inoltre l’uomo avrebbe venduto, riscuotendo per questo pagamenti non tracciabili, animali malati con falsi certificati medici, molti dei quali sarebbero morti poco dopo aver concluso l’affare. Purtroppo ancora non è tutto, anche se ci sarebbe ben poco da aggiungere. Forse fra tutte, la cosa più terribile è il diritto che l’uomo si sarebbe arrogato di prescrivere e vendere farmaci per cani, spacciandosi per veterinario senza averne alcun titolo.
Le indagini in questo senso si sono ampliate, e ora si cercano i farmacisti o i medici che avrebbero procurato ricettari e medicinali per questo impostore. Forse è solo un caso che l’uomo non si sia spinto fino a operare qualche animale, di certo a fermarlo non è stato il suo spiccato senso etico. Alla fine di questa storia, è triste dover pensare che le catene e le botte inflitte a quei poveri animali non fossero che la punta di un terribile iceberg. Naturalmente ora tutto è in mano alla Procura, che ancora sta svolgendo indagini al fine di arrivare a un inevitabile processo più preparati che mai.
Chissà quale potrebbe essere la pena adatta per una persona che stava facendo soldi letteralmente sulla pelle di animali innocenti. Chissà quale sarebbe il giusto risarcimento per chi, con fiducia, consegnava il suo cane nelle mani di un toelettatore esperto, lasciandolo inconsapevolmente in balia di un sadico arrivista.