Negrar, termina la caccia all’uomo che aveva sparato ad un cane

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Si conclude così, dopo più di un anno, la caccia all’uomo che all’inizio del 2018 aveva sparato ad un cane, uccidendolo sul colpo. Ora si andrà a processo, e le accuse che pendono sulla testa dell’uomo non sono affatto leggere.

Il cane ucciso a Negrar

Ci troviamo a Negrar, Comune in provincia di Verona. I fatti risalgono a più di un anno fa, e per l’esattezza al 10 gennaio del 2018. A far scattare subito la denuncia erano stati alcuni abitanti del luogo, che avevano notato in un cortile la carcassa di un cane bianco. Si trattava di un meticcio simil maremmano, di proprietà della famiglia che occupava l’abitazione in cui era stato ritrovato. Accanto al cadavere, i Carabinieri di Negrar avevano rinvenuto un bossolo di fucile da caccia, calibro 12.

Inoltre era stata segnalata la presenza di un furgone bianco nella via, dal quale sarebbe presumibilmente stato esploso il colpo che ha abbattuto il cane. Le indagini erano scattate immediatamente, partendo proprio dal bossolo ritrovato. Dopo aver sentito diverse testimonianze, le indagini avevano preso in breve tempo una direzione ben precisa.

Il ritrovamento dell’arma incastra il killer

Facendo una ricerca a ritroso, gli inquirenti avevano individuato in poco tempo un uomo che solo pochi mesi prima aveva subito la perdita di alcuni capi di bestiame proprio per “mano” di alcuni pastori maremmani. Le indagini a quel punto si sono concentrate sull’uomo, un sessantunenne del luogo, che verosimilmente avrebbe avuto un movente. Le autorità giudiziarie avevano permesso di indagare l’uomo con l’accusa di detenzione illegale di porto d’armi e uccisione di animali, autorizzando un mandato di perquisizione per la sua abitazione.

In seguito alla perquisizione era stato ritrovato, in casa dell’indagato, un fucile Beretta semiautomatico modello A300, con proiettili calibro 12. La comparazione nel laboratorio balistico ha confermato la compatibilità del fucile con il bossolo ritrovato sulla scena del crimine, incastrando definitivamente l’uomo. Ora la palla passa alla Procura, che in Tribunale si assicurerà che vanga fatta giustizia e soprattutto che quest’uomo non possa più nuocere a nessun animale.