Pupi e Rosetta, insieme verso il ponte dell’arcobaleno

rosa marcantoni pupi

La vita e la morte di Rosetta e Pupi. Raccontiamo la storia di una signora di Civitanova, che è morta pochissimi minuti dopo il suo amico cagnolino. Anche secondo i medici, il suo cuore non poteva reggere a quel distacco.

Un legame profondissimo

Parliamo molto spesso dell’amore incondizionato che lega un cane al suo padrone. E non è raro sentire storie di cani che si lasciano morire dopo che il padrone se n’è andato perché non sopportano il distacco. Perché quel dolore per il loro immenso cuore è devastante e definitivo. Quando invece parliamo dei padroni, troppo spesso siamo costretti a raccontare di violenze e maltrattamenti; di incuria e superficialità. Oggi vogliamo guardare per un attimo il rovescio della medaglia, e raccontare una storia che porta con sé uno strazio insuperabile, e che dal nostro punto di vista merita di essere raccontata. Si tratta di Rosetta e Pupi, un’anziana signora e il suo compagno a quattro zampe. Vogliamo raccontarvi una convivenza che andava avanti da sei anni, da quando Pupi era un cucciolo, e Rosetta una donna sola che soffriva per un terribile lutto.

Erano state le figlie, Anna e Fabiola, un bel giorno a presentarsi alla sua porta con questo piccolo meticcetto, e mai scelta fu più azzeccata di questa. Da subito i due avevano stretto un legame esclusivo, che spesso risultava esagerato agli occhi degli altri. Pupi era totalmente devoto alla sua padrona, una donna anziana, che lo ricambiava con rispetto e dolcezza. Rosetta aveva sempre un pensiero per il suo Pupi, e si rifiutava di lasciarlo a casa da solo.

E’ la figlia a raccontare che se a volte capitava di doverlo lasciare per forza, la mamma era sulle spine finché non rientrava a casa, detestava l’idea che il cagnolino potesse sentirsi abbandonato, seppure per brevi momenti. Una vita fortunata insomma quella di Pupi, che non poteva chiedere una casa migliore di quella di Rosetta.

Rosetta non poteva vivere senza il suo Pupi

Rosa Marcantoni, per tutti Rosetta, era una signora novantenne di Civitanova. Viveva insieme alla figlia Fabiola, che la accudiva con amore e tenerezza. La mattina uscivano insieme per andare a fare la spesa e le ordinarie commissioni giornaliere, e spesso si concedevano una colazione fuori. Rosetta amava quei momenti, anche se non li tirava mai troppo per le lunghe, aveva fretta di tornare da Pupi. Anche mercoledì la mattinata si è svolta come al solito, ma al suo rientro a casa Rosetta ha trovato Pupi steso a terra. Ci ha messo un secondo a rendersi conto della gravità della situazione, e ha tentato in tutti i modi di rianimare il cagnolino fra pianti e suppliche.

Fabiola ha immediatamente telefonato al veterinario, ma proprio in quel momento concitato e drammatico, Rosetta si è accasciata a terra, vicino al suo cane. Il soccorso dell’ambulanza è stato veloce quanto inutile. Il cuore dell’anziana signora non ha retto al dolore, e si è fermato insieme a quello del suo cane. Raccontare questa storia è abbastanza surreale, e il paradosso è che, nonostante il tragico epilogo, la storia si è conclusa nell’unica maniera in cui poteva concludersi. Rosetta non è sopravvissuta a Pupi, e probabilmente Pupi non sarebbe sopravvissuto a Rosetta in una situazione uguale e contraria.

La morte di Rosetta certamente una tragedia, e non è semplice accettare che l’unione fra un’anziana signora e il suo cane vada oltre ogni ragionevolezza, oltre la nostra concezione di giusto e sbagliato. Noi non possiamo immaginare il dolore delle figlie di Rosetta, quello di cui siamo certi, però, è che tutto sommato Pupi e Rosetta attraverseranno insieme il ponte dell’arcobaleno, e probabilmente loro sono felici così.