Torino, scariche elettriche ogni volta che il cane abbaia

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A volte risulta difficile perfino comprendere come la mente umana possa partorire simili cattiverie ai danni di un essere più debole. E perché mai alcune persone sentano così forte la necessità di attestare la propria supremazia, cercando di rendere schiavo qualunque altro essere vivente.

I sospetti di un vicino

Siamo nella città di Torino. Questa volta il protagonista, suo malgrado, della storia è un èpagneul breton di 8 anni. Il cane, di proprietà di un uomo abitante locale, subiva una continua e incessante tortura, che andava ad ostacolare quello che per lui non è altro che un istinto, e il suo unico modo per comunicare: l’abbaio. La povera bestia era munita di un collare elettrico, che si attivava ad ogni emissione sonora da parte del cane stesso. Ogni volta che il cane abbaiava il collare scaricava corrente, attraverso degli elettrodi. A rendersi conto di qualcosa di strano era stato un vicino di casa del proprietario del cane.

L’uomo si era insospettito notando degli atteggiamenti strani da parte dell’animale, e aveva temuto proprio che il cane fosse munito di un collare elettrico. Immediatamente, seppure senza certezze, l’uomo aveva allertato le forze dell’ordine, che avevano risposto alla segnalazione con degli appostamenti ed un’indagine sul proprietario dell’animale.

L’intervento delle forze dell’ordine

In seguito agli appostamenti, gli uomini della Polizia Locale, al seguito del comandante Luigi Grasso, avevano confermato il sospetto del vicino di casa. Non appena si erano resi conto che il cane indossava veramente un collare elettrico, gli uomini della polizia erano intervenuti per liberarlo da una simile tortura. Intorno al collo del povero animale il pelo era completamente carbonizzato, e la carne ferita in profondità nei punti in cui erano posizionati gli elettrodi che rilasciavano scariche elettriche, ogni volta che il cane abbaiava. La denuncia è scattata automaticamente verso il proprietario del cane, che ora dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti ai danni degli animali.

I collari elettrici per cani non sono illegali nel nostro paese, ma non possono essere utilizzati su cani e gatti. Diversi studi hanno riscontrato che, l’utilizzo di un simile mezzo di coercizione, rende il cane ansioso e depresso, e non è difficile capire il perché. Inoltre, secondo più di una sentenza, non possono essere utilizzati sui cani poiché ne modificano il temperamento in maniera inaccettabile; rendendo l’animale soggetto a scatti d’ira, comportamenti aggressivi o estremamente paurosi. Per questo motivo ora il padrone del cane, dovrà rispondere di un reato penale. Poi ci sarebbe da fare i conti anche con il rato più grave; quello morale nei confronti di un animale che non merita di essere trattato così. Sì, perché nessuna pena inflitta all’uomo potrà in nessun modo risarcire quel povero cane di tutte le angherie subite, della paura che ormai gli scorre nelle vene.

Nessuna punizione per il suo padrone restituirà al cane la serenità e l’equilibrio mentale con cui è nato, e di cui è stato privato senza nessun motivo. Non è accettabile, anzi non è umano voler violentare in questo modo l’istinto di un cane; il suo abbaio per nessun motivo deve essere punito con una simile cattiveria. Ma tutto questo noi lo sappiamo già, e questa è solo una delle centinaia di storie che ogni giorno vengono raccontate, storie in cui la vittima è sempre un cane e il carnefice è sempre un uomo.